Programma elezioni cantonali 2011
INTRODUZIONE Generazione Giovani ha deciso di partecipare attivamente alla campagna elettorale del Partito Popolare Democratico in occasione delle elezioni cantonali del prossimo 10 aprile 2011. La nostra partecipazione - grazie all’impegno di un gruppo composto da diciassette giovani candidati - e il programma che l’accompagna, vuole essere innanzitutto la testimonianza concreta e responsabile di come all'interno del PPD e in politica esista uno spazio anche per i giovani, e che solo tramite l’impegno in prima persona sia possibile portare al centro del dibattito politico ed elettorale le tematiche più vicine alla gioventù. Lo scopo di Generazione Giovani non è, e non può comunque essere, unicamente quello di mobilitare i giovani, all'interno e fuori dal Partito, né quello di trattare riduttivamente le tematiche specificamente giovanili. Generazione Giovani si propone anche e soprattutto di mostrare alla popolazione che i giovani hanno qualcosa da dire e sono pronti ad impegnarsi per dare il loro contributo attivo alla valorizzazione dei talenti e delle potenzialità del nostro Paese e alla risoluzione dei problemi che incontriamo nella nostra quotidianità. Generazione Giovani affronta questa nuova sfida con l'entusiasmo che da sempre contraddistingue il movimento giovanile del PPD. Grazie al dialogo costruito con la Direttiva del Partito, Generazione Giovani ha oggi la possibilità di proporre agli elettori due giovani candidati validi sulla lista del Consiglio di Stato nelle persone di Nadia Ghisolfi e Marco Passalia. Il lavoro svolto in questi anni a livello comunale, distrettuale e cantonale ha fatto in modo che saranno ben diciassette candidati al Gran Consiglio a rappresentare il movimento giovanile. Per la prima volta a livello cantonale, dopo che numerose sezioni comunali hanno già adottato tale dicitura in occasione delle scorse elezioni, il nome del movimento giovanile apparirà accanto a quello del Partito sulla denominazione della lista, che si chiamerà PPD+Generazione Giovani. Le proposte di Generazione Giovani si riconducono a un chiaro indirizzo politico e a una precisa idea di società. Il sistema democratico in cui viviamo ha per presupposto che ogni idea ha diritto di cittadinanza e che le decisioni vengono prese sulla base della volontà della maggioranza. Tuttavia, ci sono valori che vanno oltre alle decisioni dei singoli, valori che sono alla base del nostro Stato di diritto. Proprio da questi principi, da questi valori fondamentali della nostra filosofia politica e della nostra società, ci lasciamo indirizzare ed ispirare nell'azione politica ad ogni livello istituzionale. Per Generazione Giovani: • ogni essere umano gode del libero arbitrio; • Lo Stato è il patto attraverso cui l’essere umano delega una parte della sua libertà per realizzare il bene comune da cui dipende anche il bene della singola persona. L’esercizio della libertà presuppone il riconoscimento di determinati presupposti: • il diritto alla vita; • l’uguaglianza di fronte alle leggi; • la sussidiarietà; • il rispetto dello Stato e delle sue leggi. Generazione Giovani ritiene inoltre che una società può ambire al progresso solo se ad ognuno dei suoi membri è garantita un’esistenza dignitosa, ciò che presuppone un’educazione di qualità, un sostengo nella difficoltà (economica o esistenziale), la possibilità di inseguire e realizzare le proprie ambizioni sia singolari, sia promuovendo le associazioni all'interno della società. È dunque da questi presupposti che la lista Generazione Giovani ha elaborato il programma presentato in questo documento. Esso è frutto del lavoro dei giovani attivi in Generazione Giovani e si vuole improntato a una visione politica che sia coraggiosa, talvolta provocatoria, ma nel contempo concreta e fattibile. Dalle diverse esperienze e formazioni delle persone che vi hanno collaborato è risultata dunque una lista di temi che toccano i giovani in quattro ambiti generali: • ambiente, mobilità, energia e territorio; • educazione e formazione; • economia e lavoro; • giovani, famiglie e società.
L'impegno di Generazione Giovani non si limita a questi temi, il programma elettorale del movimento giovanile del PPD vuole però presentarsi sintetico e concreto, lasciando a prese di posizione puntuali il compito di approfondire altri temi e problematiche.
A. GIOVANI, AMBIENTE E TERRITORIO
-> PER UN TICINO IN MOVIMENTO = PER UNA MOBILITÀ RESPONSABILE !
-> ENERGIA: ACCENDIAMO LE LAMPADINE DELLE IDEE !
-> RIFIUTI: CHI INQUINA PAGA !
Premessa: Un ambiente sano costituisce un presupposto fondamentale per la vita, la salute e lo sviluppo di ogni persona e delle comunità. Occorre di conseguenza un impegno efficace volto a mantenere un ambiente sano, in cui la politica si faccia promotrice di una responsabilizzazione degli individui e delle comunità, fin da subito: il comportamento di oggi influenza il futuro. In questo campo è necessario guardare al di là dell’interesse immediato e fare prova di lungimiranza alfine di preservare il più possibile un ambiente favorevole a uno sviluppo armonico della società e delle singole persone, a profitto della popolazione presente e di chi verrà. Occorre tuttavia precisare che Generazione Giovani vuole, in questo come in altri ambiti, impegnarsi dapprima e soprattutto per l’uomo, le sue esigenze e la sua cultura, non in nome di una qualsiasi ideologia, ma piuttosto nell’ottica di una natura e di un territorio sani in cui l’essere umano possa godere di un buon livello di qualità di vita. La protezione dell’ambiente, intesa in questo modo, diventa anche opportunità di sviluppo, sociale ed economico, e oltre alla difesa dell’ambito propriamente naturale, comprende anche una particolare attenzione al mantenimento del paesaggio tradizionale del Ticino. Dal punto di vista territoriale, pur riconoscendo il ruolo di primaria importanza dei centri del Cantone, il Ticino di Generazione Giovani non vuole essere incentrato su una visione di città regione, in cui tutto ruoti attorno a dei centri circondati da zone periferiche sempre più vuote, da considerarsi come un peso. Occorre al contrario un Paese in cui sia possibile vivere e operare anche nelle regioni economicamente sfavorite o geograficamente distanti dai grandi assi di transito, perché sola una diffusione equilibrata della popolazione nelle diverse regioni permette di conservare i tratti caratteristici del nostro territorio, unico ed apprezzato ogni anno da centinaia di migliaia di visitatori.
1. PER UN TICINO IN MOVIMENTO = PER UNA MOBILITÀ RESPONSABILE !
La sensibilità per l’ambiente sembra destinata a scontrarsi con la necessità di mobilità richiesta dall’attuale modo di vita della popolazione. Questo obbliga la comunità a chiedersi in che modo si possano conciliare questi problemi, e a decidere con rinnovata responsabilità la pianificazione della mobilità, a esempio progettando nuove soluzioni per le vie di comunicazione, sia a corto raggio che sulle lunghe distanze. In questo ambito Generazione Giovani sostiene i punti seguenti:
a. San Gottardo: GG è favorevole a un raddoppio della galleria autostradale che abbia come fine la creazione di due tubi con una corsia ciascuno. Questo tipo di raddoppio permette di migliorare sostanzialmente la sicurezza e di disporre di un secondo tunnel nel caso di lavoro. D’altro lato, mantenendo l’attuale numero di corsie, si evita di aumentare la capacità dell’asse autostradale, quindi di rafforzarne il potere di attrazione. Un aumento a quattro corsie trasferirebbe inoltre una quantità eccessiva di traffico in altri punti caldi (ad esempio il Mendrisiotto) e costituirebbe un controsenso in un momento cruciale per il trasferimento del traffico dalla strada alla ferrovia (mandato votato dalla popolazione svizzera e ticinese).
b. Alptransit: è fondamentale creare una task force che in tempi brevi si occupi di concretizzare un accordo fra Berna e Roma per continuare a sud di Lugano il progetto Alptransit. Altrettanto rapidamente occorrerà studiare l’allacciamento del Ticino alle stesse trasversali, valutandone le possibilità in campo economico. Il Ticino e i collegamenti della Confederazione verso sud devono diventare una priorità nel progetto di Ferrovia 2030, nell’interesse di tutta la Svizzera!
c. Piano di Magadino: si deve giungere in tempi rapidi a una soluzione condivisa, che rispetti la volontà popolare del 2007 e d’altro lato ponga rimedio a una situazione viaria sempre più caotica. Occorre studiare in particolare interventi per rendere più fluida la strada cantonale esistente (tempi brevi) e trovare un tracciato che permetta di scongiurare l’uso commerciale di terreni oggi agricoli e nel contempo drenare il traffico di lunga distanza diretto a Locarno. Ciò che serve è una strada di collegamento, il più possibile lineare, da e verso Locarno.
d. Zone di confine: il traffico dei frontalieri costituisce un elemento che rende insopportabile la situazione viaria di queste regioni, sia nell’ottica della mobilità che della lotta per un ambiente sano. Occorre di consenguenza premiare i comportamenti responsabili (ad esempio bus aziendali per i dipendenti). In queste regioni si devono d’altro canto definire con attenzione i margini per ulteriori sviluppi in campo commerciale e industriale, alfine di valutarne l’impatto sul territorio e il traffico.
e. VEL, ma non solo: si deve ampliare l’offerta dei progetti nel campo della mobilità ecologica valutando l’opportunità di possibili incentivi in favore delle automobili ibride. Quindi, non basta favorire solo le auto elettriche, ma pure i bassi consumi e le forme miste.
f. Ogni regione del Ticino necessita di una rete di trasporti pubblici efficienti. Occorre favorirne la concorrenzialità anche dal punto di vista finanziario, con sussidi e facilitazioni mirate, e migliorare l’offerta in momenti della giornata o della serata/notte sensibili. È opportuno cercare di sgravare i centri dal traffico di transito ed è assolutamente necessario lottare affinché le regioni di montagna non vengano toccate da tagli nei trasporti autopostali.
2. ENERGIA: ACCENDIAMO LE LAMPADINE DELLE IDEE !
Elemento necessario per la vita e l’attività economica dell’uomo, la produzione e il consumo di energia hanno un costo non misurabile in termini economici. Essi costano alla comunità anche in termini di territorio, di inquinamento, di scorie e rifiuti da smaltire. L’attuale importanza delle energie non rinnovabili non deve diventare un’ipoteca sul futuro delle nuove generazioni, che al contrario approfitteranno molto dalla ricerca legata all’ “economia verde”, un ambito su cui investire anche nell’ottica del futuro sviluppo economico del nostro Cantone.
a. Produzione di energia. A breve termine: l’energia nucleare è certamente da preferire rispetto alle energie fossili, ma l’utilizzo del nucleare si deve intendere come risposta provvisoria a un problema che necessita soluzioni più sostenibili a lungo termine. Si devono inoltre incoraggiare le ricerche volte a sviluppare forme rinnovabili di energia: magari con nuove collaborazioni con i centri di ricerca, in particolare la SUPSI. Sul territorio occorre trovare nicchie per produrre energia pulita secondo le diverse possibilità attuali, come possono essere le mini-centrali eoliche o le micro-centrali idroelettriche, che tuttavia devono rispettare le necessarie condizioni nei deflussi dei corsi d’acqua. A medio termine: occorre diffondere delle tecnologie sostenibili.
b. Consumi: è fondamentale un impegno del Cantone nell’abbattimento degli sprechi energetici, soprattutto favorendo il rinnovo degli immobili. Lo sviluppo tecnologico anche in questo campo è la risorsa più preziosa da sviluppare.
3. RIFIUTI: CHI INQUINA PAGA ! Il nuovo termovalorizzatore di Giubiasco non può diventare una scusa per abbassare la guardia nell’invitare la popolazione al riciclaggio. Solo questa attenzione può contribuire a rendere il nostro modo di vita più sostenibile per le future generazioni.
a. Tassa sul sacco cantonale: occorre porre un freno a questa situazione in cui Comuni virtuosi sono affiancati da Comuni (anche importanti) che non applicano questo sistema che dappertutto ha portato a importanti aumenti del riciclaggio. Una tassa sul sacco calcolata in modo da premiare i comportamenti virtuosi (con un risparmio per chi riesce a diminuire il volumi prodotti) permetterebbe di uniformare questa situazione.
b. Misure di accompagnamento: il riciclaggio deve essere possibile e accessibile anche per le persone anziane. Un numero importante di ecocentri ben distribuiti sul territorio permetterebbe di diminuire lo sforzo richiesto. Anche la raccolta a domicilio di categorie speciali di rifiuti potrebbe aiutare alcune persone in difficoltà. Sono anche da aiutare anche le famiglie con bambini, come avviene ora in molti Comuni dotati di tassa.
4. SALVAGUARDARE IL TERRITORIO, PER IL TICINO DEL FUTURO
Il nostro territorio, riconosciuto per la sua bellezza ed unicità da centinaia di migliaia di turisti ogni anno, non può essere usato con faciloneria. Occorre intervenirvi con prudenza e preservando il patrimonio culturale e artistico, non solo nei singoli edifici ma nell’insieme.
a. Attenzione ai beni culturali. Polemiche come quelle sorte in questi anni attorno alle spese per il mantenimento del nostro patrimonio culturale sono indegne del nostro Cantone: ci sono beni culturali che testimoniano e incidono in modo tanto importante sul nostro territorio e la nostra identità che devono essere preservati ad ogni costo, attraverso un impegno comunitario.
b. Occorre evitare di estendere troppo le aree edificabili in zone pregiate dal punto di vista paesaggistico: il bene comune deve prevalere sul bene dei singoli proprietari e dei singoli Comuni. Anche laddove le fusioni comunali hanno successo, si deve intervenire per armonizzare il più possibile la destinazione del territorio, risorsa sempre più scarsa.
c. Il pubblico, nei suoi interventi sul territorio deve dare un esempio positivo, favorendo interventi rispettosi. In Svizzera interna si sono spese somme notevolissime per interventi estremamente rispettosi del paesaggio in regioni ben meno preziose dal punto di vista paesaggistico rispetto, ad esempio, a quanto è stato realizzato a Bissone in questi ultimi anni. Lo stesso principio vale per l’inquinamento luminoso, occorre limitare le fonti di luce notturna non necessarie, soprattutto da parte dei privati (pubblicità).
d. La politica deve rendersi conto che la migliore forma di sostegno alle ricchezze architettoniche e paesaggistiche nasce da una distribuzione della popolazione che permetta di mantenere vive le comunità periferiche, evitando da un lato di creare periferie o quartieri residenziali troppo estesi nei centri e dall’altra parte di conservare la vitalità delle comunità delle Valli, favorendo il mantenimento dei servizi pubblici, di una buona rete di trasporti, e aiutando a garantire il futuro di quelle attività economiche, soprattutto agricole, che mantengono il paesaggio tradizionale, testimonianza dell’anima del nostro Paese e irrinunciabile elemento di valore per il turismo.
B. EDUCAZIONE: PER UNA SCUOLA CHE NON SIA UN VICOLO CIECO: EDUCHIAMO AL LAVORO !
-> ORIENTAMENTO: DARE ACCESSO ALLE INFORMAZIONI PER DELLE SCELTE CONSAPEVOLI -> CONOSCERE IL TERRITORIO: CHI SA ANCORA COME È FATTO IL TICINO ? -> FORMAZIONE DOCENTI: MOTIVARE GIOVANI VALIDI ALL’IMPEGNO EDUCATIVO
Premessa:
Generazione Giovani ritiene che il sistema scolastico obbligatorio sia la base per un’armoniosa crescita della nostra società ed è per questo che la politica deve avere un occhio di riguardo sul tema dell’educazione. Il nostro Movimento giovanile, avvalendosi di un gruppo di lavoro composto da docenti ed educatori, ha analizzato l’attuale sistema scolastico cantonale e, pur apprezzandone l’impostazione generale, ha avanzato delle concrete proposte di miglioramento affinché ogni allievo possa essere valorizzato al meglio grazie alle proprie capacità. Le misure proposte da GG vertono principalmente su quattro ambiti distinti: la Scuola Media, l’orientamento scolastico, la conoscenza del territorio e la formazione dei docenti. Se l’ambito scolastico dipende in gran parte dall’impegno dei singoli attori che lo compongono, studenti, famiglie, docenti, strutture locali e Dipartimento, un’analisi dei possibili miglioramenti a livello strutturale può certamente portare a dei miglioramenti, a servizio di una scuola che vogliamo democratica, e per questo aperta alle necessità reali di una gioventù che cambia in un mondo che pure si modifica velocemente. Solo attraverso un continuo rinnovamento, ed all’apertura di stimoli dalla società a cui la scuola pubblica appartiene - lo Stato gestisce, ma i cittadini sono i veri proprietari del sistema scolastico pubblico -, la scuola ticinese saprà formare dei giovani in grado di affrontare la realtà della vita, del mondo del lavoro e della cittadinanza attiva e responsabile. Occorre in effetti una scuola che con le altre componenti della società si dedichi con vigore, intelligenza e senza pregiudizi all’opera di educazione che incombe a ogni società che ha a cuore il proprio futuro, soprattutto in un’epoca come la nostra, segnata dall’emergenza educativa. Pur senza voler sostituirsi alle famiglie, che rivestono un ruolo naturalmente essenziale nell’opera di educazione, nella scuola, accanto all’apprendimento delle nozioni utili alla futura vita di studio o lavorativa, deve esistere lo spazio per un contributo alla costruzione culturale e psicologica delle personalità dei singoli individui e per quelle occasioni di approfondimento esistenziale e sociale necessario al corretto sviluppo intellettuale e umano di ogni persona. Con questa collaborazione all’opera di educazione la scuola potrà portare un contributo efficace alla lotta alla violenza giovanile e alla lotta alle dipendenze.
1. UNA SCUOLA UNICA NEL RISPETTO DELLE DIVERSITÀ Nella scuola media oggigiorno si riscontrano le maggiori difficoltà che mettono a dura prova allievi, famiglie e docenti; è per questa ragione che Generazione Giovani è convinta che delle modifiche all’attuale struttura debbano imperativamente essere introdotte. Nel sistema odierno, dietro ad una facciata unitaria di “scuola media uguale e per tutti” si cela un labirinto di eccezioni fatte di vie parallele che snaturano l’idea stessa di scuola unica. Allievi con buone capacità scolastiche si annoiano a lezione, mentre quelli con difficoltà sono frustrati dai risultati negativi che giungono spesso durante le valutazioni sommative. Si procede quindi per quest’ultimi con esoneri da talune materie, progetti differenziati che non sempre danno i risultati sperati ed in alcune sedi si registra un sempre maggior numero di allievi che non ottengono la licenza di scuola media. Generazione Giovani è convinta che una maggior differenziazione nel secondo ciclo, attraverso gruppi di materia, possa rispondere meglio ai bisogni dei ragazzi e migliorare la qualità dell’insegnamento.
1° e 2° media Ciclo d’osservazione: mantenere l’impianto delle materie come oggi
3° e 4° media Ciclo d’orientamento: differenziare le seguenti materie in gruppi A e B (livelli): • Matematica (come già avviene) • Tedesco (come già avviene) • Italiano laboratorio (4 ore tronco comune e 2 differenziate) • Scienze laboratorio (2 ore tronco comune e 2 differenziate) • Inglese (gruppi ridotti e differenziati in quarta)
2. ORIENTARE: DARE ACCESSO ALLE INFORMAZIONI PER DELLE SCELTE CONSAPEVOLI La differenziazione proposta in livelli A e B non deve assolutamente andare a scapito del futuro professionale ed è quindi indispensabile costituire una “Piattaforma d’orientamento permanente” composta dalla Scuola - potenziando e migliorando il lacunoso servizio dell’orientamento - e dall’economia. Questo servizio dovrà fornire agli allievi le informazioni aggiornate sul mercato del lavoro (anche le evoluzioni su lunghi periodi) e alle aziende la descrizione dettagliata dei curricula formativi proposti dalla scuola media, affinché nessuno venga discriminato solo in base a scelte effettuate durante la scuola dell’obbligo.
Concretamente si dovrà stabilire un contatto sistematico e fattivo fra mondo del lavoro e scuola:
Fine 3° media 2-3 giorni di stages obbligatori per ogni allievo nei più differenziati ambiti professionali, affinché ogni ragazzo prenda coscienza del mondo del lavoro e possa iniziare a farsi un’idea della sua futura scelta. Le aziende avranno così la possibilità di conoscere meglio la realtà degli allievi, non basandosi solo sulle valutazioni numeriche di fine IV media, ma vedendo i ragazzi al lavoro. I risultati di queste giornate andranno poi discusse annualmente dalla “Piattaforma d’orientamento” proposta dal nostro Movimento Giovanile.
3. CONOSCERE IL TERRITORIO: CHI SA ANCORA COME È FATTO IL TICINO ?
Generazione Giovani propone di potenziare la conoscenza del nostro territorio con attività obbligatorie pianificate durante l’anno sia alle scuole elementari che medie, anche quale strumento di integrazione e reciproca conoscenza. In particolare, a dipendenza della realtà locale e dell’età dei ragazzi si dovrebbero prevedere delle unità didattiche che tocchino i seguenti aspetti:
a.Usi e i costumi ticinesi: conoscere la tradizione del nostro Cantone attraverso ricerche antropologiche. b.Toponomastica: specialmente nelle scuole elementari, ripercorrere il territorio locale con le sue peculiarità e la sua storia. c.Dialetto: approfondire l’idioma locale ricercando inizialmente aspetti lessicali particolarmente significativi per poi passare alla letteratura in dialetto. d. Società ed istituzioni: visitare e conoscere le realtà sociali principali della propria zona (samaritani, pompieri, Pci, case anziani…), così come le istituzioni, dal Comune al Parlamento cantonale. Questo insegnamento e queste visite verrebbero a rafforzare l’insegnamento dell’educazione civica, da rendere più interattiva e accattivante, per formare i giovani sul loro ruolo nella società civile, fornendo loro gli strumenti necessari per partecipare al bene della cosa pubblica. Inoltre si potrebbero trattare temi vicini alle votazioni nei giorni antecedenti importanti appuntamenti alle urne (soprattutto nelle scuole medie superiori, dato che i ragazzi stanno per raggiungere o hanno raggiunto l’età per esercitare il diritto di voto). e. Lettura dei giornali in classe: per favorire il confronto costruttivo, attraverso i tre quotidiani ticinesi, che rappresentano orientamenti politici e di società diversi.
4. FORMAZIONE DOCENTI: MOTIVARE GIOVANI VALIDI ALL’IMPEGNO EDUCATIVO Generazioni Giovani è molto preoccupata dal fatto che il ricambio generazionale del corpo docenti stia avvenendo con estrema lentezza, dovuta al fatto che sempre meno giovani intraprendono la via dell’insegnamento. A causa di questo disinteresse per la materia, al di là dei cambiamenti sociali che rendono a volte difficile gestire le classi, vi è senza ombra di dubbio l’attuale sistema d’abilitazione imposto ai laureati. Il nostro Movimento giovanile è convinto che il sistema adottato con l’ASP si sia rivelato un totale fallimento che non ha minimamente risposto ai bisogni della scuola. Ecco perché l’abilitazione per le scuole medie, che ora dura un anno e mezzo, deve essere rivisto nel seguente modo:
Durata abilitazione 1 anno ½ tempo presso il DFA (SUPSI) per approfondimenti pedagogici e disciplinari ½ tempo d’insegnamento in una sede di scuola media, accompagnato da un “tutor” che segua l’abilitando durante l’anno.
Sempre nell’ottica di reclutare giovani docenti validi e motivati, l’aspetto salariale non è ininfluente: per talune formazioni accademiche l’economia privata fornisce remunerazioni assai più elevate del settore dell’insegnamento pubblico, allontanando dalla professione d’insegnante giovani validi. Generazione Giovani si oppone per questa ragione alla riduzione di due classi di stipendio imposta ai giovani docenti per i primi anni di lavoro, anche perché ad essi è richiesto il medesimo carico di lavoro di qualsiasi altro collega.
C. GIOVANI, FAMIGLIA, SOCIETÀ
-> POLITICHE GIOVANILI: DARE SPAZIO AI GIOVANI PER ESPRIMERSI
-> INTEGRAZIONE: UNA VIA COMPLESSA, MA NECESSARIA E POSITIVA !
-> FAMIGLIA: PER UNA SOCIETÀ A MISURA DI FAMIGLIA
Premessa:
In questo terzo capitolo intendiamo affrontare il tema delle politiche giovanili in senso classico. Generazione Giovani da lungo tempo si occupa attivamente di politica giovanile, da suddividersi in tre elementi:
- la tutela dei giovani attuata dalle autorità politiche (politica di protezione); - la promozione dello sviluppo e dell’autonomia di bambini e ragazzi (politica di promozione); - l’attività di giovani impegnati in diversi organi consultivi e propositivi, riconosciuti come “parlamenti dei giovani” o associazioni giovanili (politica di partecipazione).
Questi tre elementi sono a loro volta da collegarsi, come ci sembra necessario, anche al tema dell’integrazione e della famiglia. In una società segnata da un notevole rimescolamento delle popolazioni come la nostra, occorre in effetti tenere in conto anche il pluralismo interreligioso e culturale in cui vivono – a partire dalle stesse scuole - la maggioranza dei giovani di questo Cantone. Parlare di politica giovanile significa anche dare spazio e voce in politica alle giovani famiglie, o a quelle coppie che stanno per fondare un nuovo nucleo familiare. A loro volta questi temi vanno con ogni evidenza collegati con quanto visto in ambito scolastico, ambientale e lavorativo-economico. Solo una visione globale che unisca i diversi ambiti permette di affrontare il tema della politica giovanile in modo conveniente, per contribuire alla risoluzione di temi complessi e importanti quali quelli delle pari opportunità, il sostegno ai giovani indigenti, o meritevoli, il promovimento della creatività, la salute (anche come prevenzione e lotta ai disturbi alimentari o alle dipendenze da droga, fumo, alcol), lo sport, la tecnologia.
1. POLITICHE GIOVANILI: DARE SPAZIO AI GIOVANI PER ESPRIMERSI
Dare voce ai giovani, dare spazio ai giovani che desiderano impegnarsi per i loro coetanei o per la società in genere, per i Comuni e la realtà cantonale: Generazione chiede con forza che i giovani trovino sempre più spazio nei consessi istituzionali locali e del nostro Cantone, ma non solo. È pure utile per l’insieme della società che i giovani trovino degli spazi propri dove esprimersi, trovarsi, discutere, imparare il confronto e il rispetto, poter essere creativi, apprendere la bellezza di coltivare i rapporti umani e l’amicizia. Occorre in poche parole favorire la nascita di iniziative che diano occasioni formazione e divertimento sano alla grande maggioranza dei giovani, che non delinque ma al contrario si impegna nella nostra società, nelle associazioni e nelle famiglie. Educare alla responsabilità significa anche concedere spazi di libertà.
a. Il Cantone e i Comuni devono promuovere la creazione e l’ampliamento di centri ricreativi giovanili, itineranti e stabili, sul modello di quelli che sono già stati proposti; luoghi di incontro e di dialogo tra e con i giovani, che grazie a strutture adeguate possono organizzare in modo sano e stimolante il proprio tempo libero. Questi centri, inoltre, se sufficientemente incentivati dal Cantone, potrebbero giocare un ruolo fondamentale nel contatto con i giovani e fungere così, come detto, da piattaforma di dialogo. Solo il Cantone dispone dei mezzi e dell’esperienza necessari per realizzare questo compito di coordinamento. Così facendo, eviteremmo in parte al Cantone di intervenire nella lotta alla violenza giovanile, con onerose soluzioni d’emergenza, destinate a non durare nel tempo. Quella che Generazione Giovani chiede è quindi una progettualità a lungo termine. b. Sempre per il raggiungimento degli stessi obiettivi occorre incrementare l’offerta di attività extrascolastiche in generale: favorire l’aumento di attività culturali fuori e dentro la scuola, se possibile creando contatti e sinergie con le associazioni e le istituzioni che a livello locale si impegnano in favore dell’educazione. c. Occorre che lo Stato aiuti in modo concreto (finanziando e mettendo a disposizione delle strutture) le organizzazioni giovanili e le associazioni sportive e culturali attive in questo campo. Da evitarsi assolutamente tutte quelle misure che in un modo o nell’altro intervengono rendere difficile le iniziative delle associazioni, come la burocrazia o oneri finanziari. d. Si devono estendere a livello comunale e regionale le iniziative volte a coinvolgere i giovani con progetti, discussioni, piccoli dibattiti, magari con l’appoggio della Legge giovani - delle cui potenzialità i giovani devono essere meglio informati - e l’introduzione di un rete di circolazione delle notizie efficace. A livello cantonale occorre informare i giovani dell’esistenza del Consiglio cantonale dei giovani e dei forum comunali e regionali. Questo “apprendistato” di cittadinanza democratica dovrebbe essere anche orientato a informare ed interessare i giovani ad una partecipazione nella vita politica locale, soprattutto nei consigli comunali. In supporto a tutto ciò GG propone un rafforzamento delle risorse dell’Ufficio Giovani, affinché possa coprire meglio il territorio cantonale - in collaborazione con i Comuni- con operatori sociali che siano di sostegno ai giovani.
2. INTEGRAZIONE: UNA VIA COMPLESSA, MA NECESSARIA E POSITIVA !
In un paese di forte immigrazione come il nostro, occorre necessariamente chinarsi sulla sfida dell’integrazione. La coesistenza di culture, religioni, tradizioni e abitudini sociali differenti è certamente un’occasione di reciproco arricchimento. La tradizione di accoglienza del nostro Paese fa onore alla Svizzera ed è iscritto nel patrimonio dei valori che la fondano. Tuttavia non mancano anche gli aspetti problematici e le occasioni di frizione: non ci si può nascondere che le difficoltà di integrazione portano talora al disadattamento sociale e perfino a forme di delinquenza. In questo dibattito occorre evitare sia un eccessivo pessimismo - preludio talora a forme più o meno larvate di xenofobia- quanto un buonismo assolutamente cieco e ideologico. Al contrario, si deve procedere con realismo affrontando con serietà tutta una serie di problemi, a cui sono confrontati anche i giovani. La politica, in questo campo, deve poter trovare delle soluzioni praticabili e ragionevoli, in linea con i valori fondamentali della nostra società e del nostro Stato, evitando di cavalcare i problemi o di crearne di nuovi attraverso messaggi semplificatori. Generazione Giovani è convinta che è compito dello Stato – e degli enti privati che collaborano con essi - favorire questo processo integrativo, senza dimenticare però che tale obiettivo è innanzitutto un dovere dello straniero, oltre che un suo diritto.
a. Nell’ottica di una responsabilizzazione degli stranieri, si può pretendere che l’ottenimento e il rinnovo dei permessi di dimora in Svizzera siano subordinati all’adempimento di determinati passi verso l’integrazione come l’apprendimento della lingua nazionale nel luogo di dimora. In questo campo può essere utile orgnaizzare corsi per i genitori stranieri, soprattutto le madri che non esercitano un’attività lavorativa. b. Nell’ottica di una migliore integrazione si possono proporre anche occasioni di contatto con il territorio e le sue caratteristiche come forme di impiego volontario presso istituti di pubblica utilità. c. Per gli allievi alloglotti l’apprendimento rapido e approfondito della lingua del luogo deve essere una priorità assoluta, anche a costo di dare un peso speciale nel curriculum formativo a questa esigenza, sia in ambito scolastico, che collaborando con altre istituzioni attive in ambito educativo. d. Per i giovani deliquenti si devono trovare soluzioni volte a rompere per quanto possibile le logiche che portano a immergersi nella criminalità, favorendo la serietà della repressione –anche a tutela della sicurezza generale della popolazione-, e anche opere di reinserimento nel mondo lavorativo e scolastico. A In particolare si possono considerare soluzioni come prestazioni in favore di istituzioni sociale, opere d’interesse pubblico, persone bisognose di assistenza.
3. FAMIGLIA: PER UNA SOCIETÀ A MISURA DI FAMIGLIA
Una società senza figli è destinata a morire nell’arco di poche generazioni. Una società senza famiglie che crescano i figli è ancor più fragile ed è destinata a sfaldarsi e morire in ancor meno tempo. In effetti, non basta impegnarsi in una politica natalista, occorre in effetti che i più giovani siano pure accolti in un ambiente il più possibile favorevole alla loro crescita ed educazione. La cellula, il luogo fondamentale per quest’opera di generazione alla vita e alla scoperta della stessa è la famiglia. Lo Stato, in questo campo, riveste un ruolo per sua natura sussidiario: esse deve favorire, deve promuovere e aiutare, ma senza mai ledere la necessaria libertà dei genitori nell’educazione, se non nel rispetto di alcune regole fondamentali del vivere comune. In quest’opera di sostegno lo Stato può ricorrere sia a misure positive che negative, alfine di stimolare giovani e genitori all’assunzione delle proprie responsabilità. Le famiglie non devono pensare di poter scaricare la propria connaturale responsabilità alla comunità o alla scuole. Queste premesse possono sembrare evidenti, eppure il bassissimo tasso di natalità e le questioni legate all’educazione dimostrano una vera emergenza sociale in questo campo, di cui soffrono in non pochi casi molti giovanissimi e giovani. La politica nell’ambito delle sue competenze deve quindi impegnarsi ancora di più nell’ambito del sostegno alle famiglie. Il rafforzamento delle famiglie, infine, non deve essere visto in concorrenza con la necessaria vicinanza alle persone sole o agli anziani - che lo Stato dovrebbe pure focalizzare con maggiore lucidità e attenzione : da una società giovane basata su famiglie sane e responsabili traggono profitto tutte le classi di popolazione, se non altro attraverso il rafforzamento delle assicurazioni sociali su cui pesa lo spettro di un crescente disequilibrio demografico.
a. Costi della vita. Creare una famiglia non deve significare povertà o eccessive difficoltà economiche. Tuttavia, purtroppo, la crescita del livello dei premi delle casse malati, degli affitti, e la stagnazione dei salari mette in difficoltà una parte crescente del “ceto medio”. Per ciascuno di questi temi occorre trovare delle soluzioni che mirino al bene comune della popolazione, eliminando sprechi e favorendo soluzioni improntate alla solidarietà e alla lotta contro i disequilibri eccessivi. b. Occorre valorizzare nei fatti la responsabilità educativa delle famiglie, favorendo la collaborazione delle stesse con le strutture scolastiche, nell’ottica di una chiara distinzione fra i compiti formativi propri alla scuola e quelli educativi della famiglia. Generazione Giovani è chiaramente in favore di una scuola pubblica forte e dotata di mezzi sufficienti: ritiene tuttavia che un sano confronto con il privato può portare alla valorizzazione della responsabilità educativa delle famiglie, oltre che a un costante impegno di miglioramento della stessa istituzione scolastica cantonale. c. Favorire la responsabilità. I genitori, nei casi problematici, devono essere coinvolti nella ricerca di soluzioni e nella cooperazione alla riparazione di eventuali danni, anche attraverso multe e richiami in caso di inadempienza. La comunità non può, in effetti, sopperire completamente al disinteresse dei genitori.
D. PER UN’ECONOMIA IN CUI SIA PROTAGONISTA LA PERSONA
-> PROMOZIONE DELL’ATTIVITÀ ECONOMICA A PARTIRE DALL’INDIVIDUO -> PROMUOVERE LE AZIENDE
Premessa:
Il quarto capitolo del nostro programma tocca il lavoro e l’economia. SI tratta di un aspetto centrale del nostro programma, dato che una situazione economica e lavorativa favorevole è essenziale per le condizioni di vita degli abitanti della nostra regione: da essa dipende la possibilità per i giovani –ma non solo- di potersi inserire nel mondo del lavoro e trarne il necessario per pensare il proprio futuro, un futuro che vogliamo da protagonisti anche nella stessa vita economica.
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una crisi economica globale che è stata accompagnata anche da nuove dinamiche nei rapporti internazionali tra Paesi. Se la Svizzera ha potuto rispondere a questo periodo difficile grazie ad un sistema economico reattivo, flessibile e strutturalmente forte, il Ticino – cantone di confine - si è invece trovato in maggiori difficoltà soprattutto nei rapporti bilaterali con la vicina Italia. Il settore industriale ha sofferto della crisi mantenendo le posizioni, l’edilizia e l’ingegneria civile hanno retto alle spinte congiunturali, mentre il settore turistico ha cominciato a mostrare le sue debolezze strutturali. A subire le conseguenze più nefaste però è stata la piazza finanziaria ticinese soprattutto a causa dello scudo fiscale italiana e della pressione sulle convenzioni di doppia imposizione fiscale da parte dell’Unione Europea, degli Stati Uniti d’America e addirittura dell’OCSE.
Consapevole di questa evoluzione, Generazione Giovani sostiene con fermezza il mantenimento del primato svizzero a livello mondiale - a cui il Ticino contribuisce ampiamente - soprattutto in ambiti quali la tecnologia, la formazione specialistica e professionale, l’attrattività fiscale e la qualità delle infrastrutture. In termini più concreti, Generazione Giovani sostiene la creazione e l’insediamento di tutte quelle nuove aziende che porteranno, innanzitutto, nuovi posti di lavoro ed in secondo luogo competenze, innovatività e benessere.
La convinzione è che tutto ciò può essere realizzabile solo attraverso delle condizioni quadro che siano in grado di rispondere in maniera sempre più efficace ed efficiente alle necessità delle aziende consolidate sulla piazza economica svizzera, ma anche delle aziende in crescita e di quelle in fase di avvio. Ed in questo senso, secondo Generazione Giovani, le forze politiche possono e devono giocare un ruolo importante: ecco perché Generazione Giovani prende posizione affinché lo Stato continui a percorrere le strade dell’efficienza e dell’equo sostegno nel vasto campo della promozione economica.
1. PROMOZIONE DELL’ATTIVITÀ ECONOMICA A PARTIRE DALL’INDIVIDUO
La promozione dell’economia e dell’occupazione deve fondarsi su principi ed idee condivisi che riguardano i singoli individui piuttosto che le aziende; ciò affinché essa non si limiti ad apportare effetti parziali ed inefficaci. In questo ordine di idee, rientrano la garanzia della libertà economica, il dissenso verso il lavoro in nero e la ricerca continua dell’uguaglianza salariale. In particolare, le posizioni di Generazione Giovani sono le seguenti:
a. Pieno rispetto della libertà economica dell’individuo come sancito nell’articolo 26 della Costituzione federale. Ciò nell’ottica di tutelare l’individuo da ingerenze inopportune dello Stato e, quindi, assegnando alla libertà economica una portata difensiva, ma anche aprendo le porte ad una visione vieppiù vicina al diritto di avere prestazioni positive da parte dello Stato (si pensi al microcredito). b. Sostegno all’occupazione ed alla creazione di nuovi posti di lavoro stimolando soprattutto l’assunzione dei giovani da parte delle aziende, ma promuovendo allo stesso modo l’imprenditorialità attraverso delle formule realistiche di microcredito. In questo ambito occorre anche favorire una cultura imprenditoriale vicina alle esigenze del territorio, favorendo laddove possibile chi assume lavoratori residenti in Ticino e combatte nei fatti il dumping salariale. c. Opposizione convinta all’economia sommersa in quanto danneggia l’intero sistema economico e rappresenta un ostacolo reale alla crescita ed allo sviluppo della collettività. In termini più propositivi, occorre incrementare i controlli ed apportare maggiori incentivi a dichiarare i guadagni “in nero” (ad esempio attraverso un’imposizione fiscale di favore per determinate attività lavorative extra-professionali). d. Rispetto dell’uguaglianza nelle remunerazioni da lavoro e condanna delle discriminazioni salariali contro le donne. Come sancito nell’articolo 8 della Costituzione federale portiamo avanti l’idea che “tutti sono uguali davanti alla legge” (art.8 cpv.1); da ciò, si evince che, da una parte, in generale, ad uguale impiego spetta un salario uguale e, dall’altra parte, che “uomo e donna hanno diritto ad un salario uguale per un lavoro di uguale valore” (art.8 cpv. 3). e. Maggiore protezione dei piccoli investitori in ambito finanziario e maggiore trasparenza per superare le molteplici asimmetrie informative, che notoriamente colpiscono i più deboli. Ciò contribuirebbe ad accrescere la fiducia del piccolo investitore nei confronti del funzionamento del sistema e la credibilità dei metodi di finanziamento alternativi.
2. PROMUOVERE LE AZIENDE
Le aziende, in particolare le piccole e medie imprese (PMI), sono il cuore pulsante dell’economia elvetica visto che rappresentano il 97% del tessuto economico elvetico. È dunque impensabile parlare di promozione economica senza considerare le PMI come punto di partenza. Esse sono il punto focale delle competenze, delle applicazioni concrete e del trasferimento delle conoscenze; sono il fulcro dell’innovazione e del progresso tecnologico; inoltre, la loro finalità sociale è riconosciuta da tutti sia in termini di formazione professionale che in termini di luogo in cui si sviluppano le relazioni interpersonali. Detto ciò, in maniera più propositiva, Generazione Giovani si schiera in favore delle seguenti misure riguardanti le aziende:
a. Riduzione della burocrazia laddove è possibile si mira a snellire tutte le prassi pedanti e quelle procedure ridondanti. Si pensi, in maniera non esaustiva, alle complicazioni delle assicurazioni sociali, ma anche alle eccessive formalità per costituire una società, ecc. In tal senso, diventa prioritario non solo l’utilizzo di strumenti più semplici, pratici e moderni quali ad esempio i formulari digitali disponibili on-line, la firma digitale con carattere giuridico vincolante e la trasmissione elettronica dei dati, ma anche l’utilizzo di procedure e di concetti teorici meno complicati e più pratici al fine di raggiungere più agevolmente determinati obbiettivi. Inoltre, perseguendo la finalità di alleggerire le piccole e medie imprese sotto il profilo del carico amministrativo, occorrerà migliorare le analisi d’impatto ex-ante di nuove regolamentazioni e prescrizioni così da evitare conseguenze negative che troppo spesso sfociano in ulteriori ed inattesi costi per le aziende. b. Agevolazioni fiscali per le aziende che offrono posti di apprendistato ed impieghi con formazione, ma anche per quelle realtà aziendali in grado di apportare un valore aggiunto in termini di innovatività e tecnologia valutabile sulla base di criteri seri, trasparenti ed oggettivi. c. Chiarezza degli accordi bilaterali con l’Unione Europea (UE) soprattutto per quanto riguarda il principio di reciprocità che pare non essere sempre applicato nei confronti delle aziende elvetiche che intendono operare anche nell’UE. Inoltre, è necessario un monitoraggio sistematico atto a tutelare la concorrenza sleale o il ricorso alla “manodopera in nero” delle imprese che intendono operare sul nostro territorio. d. Sostegno alle nuove imprese attraverso maggiori aiuti finanziari e di consulenza da parte dello Stato, attraverso un’ottimizzazione dei servizi di fideiussione statale, attraverso una maggiore collaborazione con l’USI e la SUPSI, ma anche attraverso facilitazioni burocratiche o esenzioni fiscali. Inoltre, al fine di allargare la panoplia di possibilità di finanziamento delle aziende, diventa importante aprire maggiormente le porte verso metodi di finanziamento alternativi rispetto a quelli tradizionali, quali il venture capital od il private equity, che chiamano in gioco gli investitori istituzionali, il capitale di rischio, ma anche i singoli risparmiatori. e. Sostegno alle zone periferiche favorendo le aziende ivi presenti o quelle che intendono stabilirvisi. Queste imprese promuovono l’attività economica e creano determinate dinamiche sociali all’interno di queste aree periferiche più soggette a difficoltà di vario tipo con l’effetto ultimo di stimolare l’occupazione e mantenere la stabilità demografica. In questi termini, la finalità sociale dell’impresa con tutti le conseguenze positive che porta con sé risulta essere più che mai evidente ed importante. f. Appoggio incondizionato alla Nuova Politica Regionale (NPR) 2008-2015: con riferimento al punto precedente, la NPR va a considerare i sistemi di produzione di valore aggiunto destinati all’esportazione in relazione allo sviluppo regionale. Nell’ambito della Nuova Politica Regionale il nostro cantone deve far valere maggiormente le proprie difficoltà oggettive quale regione di frontiera che necessità di maggiori misure di sostegno all’economia locale, per esempio attraverso sgravi fiscali, se del caso subordinati a garanzie salariali nei confronti dei lavoratori.
INDICE
INTRODUZIONE
A. GIOVANI, AMBIENTE E TERRITORIO 1. PER UN TICINO IN MOVIMENTO = PER UNA MOBILITÀ RESPONSABILE ! 2. ENERGIA: ACCENDIAMO LE LAMPADINE DELLE IDEE ! 3. RIFIUTI: CHI INQUINA PAGA ! 4. SALVAGUARDARE IL TERRITORIO, PER IL TICINO DEL FUTURO
B. EDUCAZIONE: PER UNA SCUOLA CHE NON SIA UN VICOLO CIECO: EDUCHIAMO AL LAVORO ! 1. UNA SCUOLA UNICA NEL RISPETTO DELLE DIVERSITÀ 2. ORIENTARE: DARE ACCESSO ALLE INFORMAZIONI PER DELLE SCELTE CONSAPEVOLI 3. CONOSCERE IL TERRITORIO: CHI SA ANCORA COME È FATTO IL TICINO ? 4. FORMAZIONE DOCENTI: MOTIVARE GIOVANI VALIDI ALL’IMPEGNO EDUCATIVO
C. GIOVANI, FAMIGLIA, SOCIETÀ 1. POLITICHE GIOVANILI: DARE SPAZIO AI GIOVANI PER ESPRIMERSI 2. INTEGRAZIONE: UNA VIA COMPLESSA, MA NECESSARIA E POSITIVA ! 3. FAMIGLIA: PER UNA SOCIETÀ A MISURA DI FAMIGLIA
D. UN GIOVANE, UN LAVORO 1. PROMOZIONE DELL’ATTIVITÀ ECONOMICA A PARTIRE DALL’INDIVIDUO 2. PROMUOVERE LE AZIENDE
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