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C. GIOVANI, FAMIGLIA, SOCIETÀ
-> POLITICHE GIOVANILI: DARE SPAZIO AI GIOVANI PER ESPRIMERSI
-> INTEGRAZIONE: UNA VIA COMPLESSA, MA NECESSARIA E POSITIVA !
-> FAMIGLIA: PER UNA SOCIETÀ A MISURA DI FAMIGLIA
Premessa:
In questo terzo capitolo intendiamo affrontare il tema delle politiche giovanili in senso classico. Generazione Giovani da lungo tempo si occupa attivamente di politica giovanile, da suddividersi in tre elementi:
- la tutela dei giovani attuata dalle autorità politiche (politica di protezione); - la promozione dello sviluppo e dell’autonomia di bambini e ragazzi (politica di promozione); - l’attività di giovani impegnati in diversi organi consultivi e propositivi, riconosciuti come “parlamenti dei giovani” o associazioni giovanili (politica di partecipazione).
Questi tre elementi sono a loro volta da collegarsi, come ci sembra necessario, anche al tema dell’integrazione e della famiglia. In una società segnata da un notevole rimescolamento delle popolazioni come la nostra, occorre in effetti tenere in conto anche il pluralismo interreligioso e culturale in cui vivono – a partire dalle stesse scuole - la maggioranza dei giovani di questo Cantone. Parlare di politica giovanile significa anche dare spazio e voce in politica alle giovani famiglie, o a quelle coppie che stanno per fondare un nuovo nucleo familiare. A loro volta questi temi vanno con ogni evidenza collegati con quanto visto in ambito scolastico, ambientale e lavorativo-economico. Solo una visione globale che unisca i diversi ambiti permette di affrontare il tema della politica giovanile in modo conveniente, per contribuire alla risoluzione di temi complessi e importanti quali quelli delle pari opportunità, il sostegno ai giovani indigenti, o meritevoli, il promovimento della creatività, la salute (anche come prevenzione e lotta ai disturbi alimentari o alle dipendenze da droga, fumo, alcol), lo sport, la tecnologia.
1. POLITICHE GIOVANILI: DARE SPAZIO AI GIOVANI PER ESPRIMERSI
Dare voce ai giovani, dare spazio ai giovani che desiderano impegnarsi per i loro coetanei o per la società in genere, per i Comuni e la realtà cantonale: Generazione chiede con forza che i giovani trovino sempre più spazio nei consessi istituzionali locali e del nostro Cantone, ma non solo. È pure utile per l’insieme della società che i giovani trovino degli spazi propri dove esprimersi, trovarsi, discutere, imparare il confronto e il rispetto, poter essere creativi, apprendere la bellezza di coltivare i rapporti umani e l’amicizia. Occorre in poche parole favorire la nascita di iniziative che diano occasioni formazione e divertimento sano alla grande maggioranza dei giovani, che non delinque ma al contrario si impegna nella nostra società, nelle associazioni e nelle famiglie. Educare alla responsabilità significa anche concedere spazi di libertà.
a. Il Cantone e i Comuni devono promuovere la creazione e l’ampliamento di centri ricreativi giovanili, itineranti e stabili, sul modello di quelli che sono già stati proposti; luoghi di incontro e di dialogo tra e con i giovani, che grazie a strutture adeguate possono organizzare in modo sano e stimolante il proprio tempo libero. Questi centri, inoltre, se sufficientemente incentivati dal Cantone, potrebbero giocare un ruolo fondamentale nel contatto con i giovani e fungere così, come detto, da piattaforma di dialogo. Solo il Cantone dispone dei mezzi e dell’esperienza necessari per realizzare questo compito di coordinamento. Così facendo, eviteremmo in parte al Cantone di intervenire nella lotta alla violenza giovanile, con onerose soluzioni d’emergenza, destinate a non durare nel tempo. Quella che Generazione Giovani chiede è quindi una progettualità a lungo termine. b. Sempre per il raggiungimento degli stessi obiettivi occorre incrementare l’offerta di attività extrascolastiche in generale: favorire l’aumento di attività culturali fuori e dentro la scuola, se possibile creando contatti e sinergie con le associazioni e le istituzioni che a livello locale si impegnano in favore dell’educazione. c. Occorre che lo Stato aiuti in modo concreto (finanziando e mettendo a disposizione delle strutture) le organizzazioni giovanili e le associazioni sportive e culturali attive in questo campo. Da evitarsi assolutamente tutte quelle misure che in un modo o nell’altro intervengono rendere difficile le iniziative delle associazioni, come la burocrazia o oneri finanziari. d. Si devono estendere a livello comunale e regionale le iniziative volte a coinvolgere i giovani con progetti, discussioni, piccoli dibattiti, magari con l’appoggio della Legge giovani - delle cui potenzialità i giovani devono essere meglio informati - e l’introduzione di un rete di circolazione delle notizie efficace. A livello cantonale occorre informare i giovani dell’esistenza del Consiglio cantonale dei giovani e dei forum comunali e regionali. Questo “apprendistato” di cittadinanza democratica dovrebbe essere anche orientato a informare ed interessare i giovani ad una partecipazione nella vita politica locale, soprattutto nei consigli comunali. In supporto a tutto ciò GG propone un rafforzamento delle risorse dell’Ufficio Giovani, affinché possa coprire meglio il territorio cantonale - in collaborazione con i Comuni- con operatori sociali che siano di sostegno ai giovani.
2. INTEGRAZIONE: UNA VIA COMPLESSA, MA NECESSARIA E POSITIVA !
In un paese di forte immigrazione come il nostro, occorre necessariamente chinarsi sulla sfida dell’integrazione. La coesistenza di culture, religioni, tradizioni e abitudini sociali differenti è certamente un’occasione di reciproco arricchimento. La tradizione di accoglienza del nostro Paese fa onore alla Svizzera ed è iscritto nel patrimonio dei valori che la fondano. Tuttavia non mancano anche gli aspetti problematici e le occasioni di frizione: non ci si può nascondere che le difficoltà di integrazione portano talora al disadattamento sociale e perfino a forme di delinquenza. In questo dibattito occorre evitare sia un eccessivo pessimismo - preludio talora a forme più o meno larvate di xenofobia- quanto un buonismo assolutamente cieco e ideologico. Al contrario, si deve procedere con realismo affrontando con serietà tutta una serie di problemi, a cui sono confrontati anche i giovani. La politica, in questo campo, deve poter trovare delle soluzioni praticabili e ragionevoli, in linea con i valori fondamentali della nostra società e del nostro Stato, evitando di cavalcare i problemi o di crearne di nuovi attraverso messaggi semplificatori. Generazione Giovani è convinta che è compito dello Stato – e degli enti privati che collaborano con essi - favorire questo processo integrativo, senza dimenticare però che tale obiettivo è innanzitutto un dovere dello straniero, oltre che un suo diritto.
a. Nell’ottica di una responsabilizzazione degli stranieri, si può pretendere che l’ottenimento e il rinnovo dei permessi di dimora in Svizzera siano subordinati all’adempimento di determinati passi verso l’integrazione come l’apprendimento della lingua nazionale nel luogo di dimora. In questo campo può essere utile orgnaizzare corsi per i genitori stranieri, soprattutto le madri che non esercitano un’attività lavorativa. b. Nell’ottica di una migliore integrazione si possono proporre anche occasioni di contatto con il territorio e le sue caratteristiche come forme di impiego volontario presso istituti di pubblica utilità. c. Per gli allievi alloglotti l’apprendimento rapido e approfondito della lingua del luogo deve essere una priorità assoluta, anche a costo di dare un peso speciale nel curriculum formativo a questa esigenza, sia in ambito scolastico, che collaborando con altre istituzioni attive in ambito educativo. d. Per i giovani deliquenti si devono trovare soluzioni volte a rompere per quanto possibile le logiche che portano a immergersi nella criminalità, favorendo la serietà della repressione –anche a tutela della sicurezza generale della popolazione-, e anche opere di reinserimento nel mondo lavorativo e scolastico. A In particolare si possono considerare soluzioni come prestazioni in favore di istituzioni sociale, opere d’interesse pubblico, persone bisognose di assistenza.
3. FAMIGLIA: PER UNA SOCIETÀ A MISURA DI FAMIGLIA
Una società senza figli è destinata a morire nell’arco di poche generazioni. Una società senza famiglie che crescano i figli è ancor più fragile ed è destinata a sfaldarsi e morire in ancor meno tempo. In effetti, non basta impegnarsi in una politica natalista, occorre in effetti che i più giovani siano pure accolti in un ambiente il più possibile favorevole alla loro crescita ed educazione. La cellula, il luogo fondamentale per quest’opera di generazione alla vita e alla scoperta della stessa è la famiglia. Lo Stato, in questo campo, riveste un ruolo per sua natura sussidiario: esse deve favorire, deve promuovere e aiutare, ma senza mai ledere la necessaria libertà dei genitori nell’educazione, se non nel rispetto di alcune regole fondamentali del vivere comune. In quest’opera di sostegno lo Stato può ricorrere sia a misure positive che negative, alfine di stimolare giovani e genitori all’assunzione delle proprie responsabilità. Le famiglie non devono pensare di poter scaricare la propria connaturale responsabilità alla comunità o alla scuole. Queste premesse possono sembrare evidenti, eppure il bassissimo tasso di natalità e le questioni legate all’educazione dimostrano una vera emergenza sociale in questo campo, di cui soffrono in non pochi casi molti giovanissimi e giovani. La politica nell’ambito delle sue competenze deve quindi impegnarsi ancora di più nell’ambito del sostegno alle famiglie. Il rafforzamento delle famiglie, infine, non deve essere visto in concorrenza con la necessaria vicinanza alle persone sole o agli anziani - che lo Stato dovrebbe pure focalizzare con maggiore lucidità e attenzione : da una società giovane basata su famiglie sane e responsabili traggono profitto tutte le classi di popolazione, se non altro attraverso il rafforzamento delle assicurazioni sociali su cui pesa lo spettro di un crescente disequilibrio demografico.
a. Costi della vita. Creare una famiglia non deve significare povertà o eccessive difficoltà economiche. Tuttavia, purtroppo, la crescita del livello dei premi delle casse malati, degli affitti, e la stagnazione dei salari mette in difficoltà una parte crescente del “ceto medio”. Per ciascuno di questi temi occorre trovare delle soluzioni che mirino al bene comune della popolazione, eliminando sprechi e favorendo soluzioni improntate alla solidarietà e alla lotta contro i disequilibri eccessivi. b. Occorre valorizzare nei fatti la responsabilità educativa delle famiglie, favorendo la collaborazione delle stesse con le strutture scolastiche, nell’ottica di una chiara distinzione fra i compiti formativi propri alla scuola e quelli educativi della famiglia. Generazione Giovani è chiaramente in favore di una scuola pubblica forte e dotata di mezzi sufficienti: ritiene tuttavia che un sano confronto con il privato può portare alla valorizzazione della responsabilità educativa delle famiglie, oltre che a un costante impegno di miglioramento della stessa istituzione scolastica cantonale. c. Favorire la responsabilità. I genitori, nei casi problematici, devono essere coinvolti nella ricerca di soluzioni e nella cooperazione alla riparazione di eventuali danni, anche attraverso multe e richiami in caso di inadempienza. La comunità non può, in effetti, sopperire completamente al disinteresse dei genitori.
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